Questa è Terra di Negroamaro, un'area che da Gallipoli porta a Guagnano attreverso le campagne dell’interno.
Questi tralci per secoli hanno fatto la ricchezza di queste terre, per decenni le uve salentine hanno dato corpo a vinificazioni del nord’Italia e francesi.
Uve che sposano bene blend con altri ceppi: malvasia, susumaniello, montepulciano, sangiovese e lambrusco. Il Negroamaro è il primo vino rosato imbottigliato d'Italia e riasle al 1943. le note che si avvertono dai vini del Negroamaro sono i frutti rossi, il tostato del caffè, la liquirizia.
Un viaggio che passa per cantine, sperimentazioni e degustazioni, tra i vitigni più antichi riesce a sorprendere per la versatilità che permette di ottenere Rossi, Rosati e Bianchi, fermi e frizzanti. Le etichette qui ricordate sono tutte da degustare e scoprire, sono uno dei tanti prodotti del Salento apprezzati in Italia e all’estero:
- il “PICCOLEBOLLE” primo spumante interamente prodotto nel Salento dalle uve Negroamaro vinificate in bianco delle Cantine Duca Carlo Guarini,
- 100% Negroamaro rosato ancora uno spumante,
- il “Five Roses” di Leone De Castris,
- il Brut Rosè Metodo Classico per Cantele con il “ROHESIA”,
- il “BRUT ROSE’” della famiglia Vallone, in agricoltura dal 1690, che vinifica nella moderna Azienda Santi Dimitri di Galatina.
Entrando tra i fermi - Rosso aranciato con aromi intensi per il “SANTIMEDICI” di Castel di Salve, fresco e sapido in breve sorprendente,
- “ELFO” di Apollonio con profumi di bosco, ciliegia, bevibile dall’aperitivo ai primi di mare e di terra.
- Tradotto dal greco vuol dire “io mi inebrio” è il “METIUSCO”, 100% negroamaro delle Cantine Palamà,
Chi ha dato il nome a questo vitigno? Negroamaro sta per “nero-nero” è l'incontro di due lingue, il latino per "niger" per il greco mavros. L’amaro non è riferito al gusto ma è solo la traduzione del vocabolo greco.